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Maria Stuarda, la regina degli Scozzesi

13 May 2019 Tempo di lettura 4 min 2 recensioni

Maria Stuarda è una figura importantissima e senza dubbio la regina più famosa della storia scozzese. Da queste parti ci si riferisce a lei semplicemente come Mary Queen of Scots, la Regina degli Scozzesi. Il suo regno fu anche uno dei più tormentati: non era facile, infatti, essere una regina cattolica in un Paese che aveva appena scelto la fede protestante, né tanto meno essere la cugina scozzese – nonché la più vicina nella linea di successione – di Elisabetta I d’Inghilterra, una regina inglese senza discendenza.

I primi anni

Linlithgow Palace
Linlithgow Palace

Maria Stuarda nacque nel palazzo di Linlithgow, ad appena qualche chilometro da Edimburgo, l’8 dicembre 1542 da Giacomo V, Re di Scozia e la sua seconda moglie Marie de Guise, duchessa francese imparentata con la casa reale di Francia. La nonna paterna di Maria non era altro che Margaret Tudor, sorella di Enrico VIII d’Inghilterra, il re famoso per aver rotto i legami con la chiesa cattolica e aver istituito la fede anglicana, ma soprattutto per aver avuto ben sei mogli.

Dopo pochi giorni dalla nascita di Maria, il re Giacomo V morì, probabilmente di colera, mentre cercava di invadere l’Inghilterra e, in mancanza di eredi maschi, la bambina rimase l’unica erede al trono. Nel 1543, nella cappella del Castello di Stirling, la piccola fu incoronata Maria, Regina di Scozia. Dopo il breve governo del reggente James Hamilton, Marie de Guise assunse la reggenza nel 1554 e ruppe il fidanzamento tra sua figlia ed Edoardo, figlio di Enrico VIII. Il re d’Inghilterra aveva infatti stipulato un trattato, il trattato di Greenwich, per concordare il matrimonio tra i due bambini con l’obiettivo di controllare la Scozia. Quando però cercò di modificare il trattato in modo da ottenere la custodia di Maria e per di più chiese l’annullamento della Auld Alliance tra Scozia e Francia, il Parlamento scozzese votò l’annullamento del trattato.

Il brutale corteggiamento

Per tutta risposta Enrico VIII cominciò quello che passò alla storia come “il Brutale Corteggiamento”, una serie di campagne contro la Scozia in cui cercò più volte di rapire la bambina per costringerla con la forza a sposare Edoardo. Per difendere sua figlia, Marie de Guise la portò di castello in castello, nascondendosi dal re inglese finché, disperata, chiese aiuto alla Francia, sua terra d’origine e storica alleata della Scozia. La soluzione del re Enrico II fu il fidanzamento tra Maria e il delfino Francesco II di Francia. La piccola Maria, sarebbe stata portata in terra francese, dove Enrico VIII non avrebbe più potuto toccarla.

Dalla corte di Francia alla Scozia presbiteriana

John Knox
John Knox

Così Maria crebbe alla corte francese dove fu educata come si addiceva alla regina di Scozia e Francia nonché alla legittima erede cattolica al trono inglese. Nel 1558 si celebrò il matrimonio tra Maria e Francesco che però morì poco dopo. Complici le tensioni all’interno della corte francese, la regina madre, Caterina de Medici, rimandò Maria in Scozia, ad occuparsi dei suoi sudditi. Questi nel frattempo, guidati da John Knox, si erano convertiti alla fede presbiteriana. Knox tenne un lungo discorso nella Cattedrale di St. Giles opponendosi al ritorno al trono della regina cattolica, ma Maria non si lasciò intimidire e riconquistò la sua posizione accettando come religione di stato il presbiterianesimo, pur rimanendo cattolica.

A questo punto Maria si trovò nella necessità di generare un erede al trono e cominciò a cercare un nuovo marito. Dopo aver preso in considerazione alcuni pretendenti (Carlo di Spagna, il Duca D’Anjou e Lord Dudley) decise di sposare suo cugino Henry Stuart, Lord Darnley, una decisione che si rivelò per lei più cruciale di quanto potesse immaginare.

Una difficile successione

Lord Darnley
Lord Darnley

Enrico VIII aveva avuto due figlie: Maria con la prima moglie, Caterina d’Aragona, ed Elisabetta dalla seconda, Anna Bolena. Maria I, figlia della regina cattolica e legittima erede al trono, salì al potere alla morte del fratello Edoardo VI. Maria I, detta La Sanguinaria (Bloody Mary), morì però molto presto e nel 1558 le succedette Elisabetta I, regina protestante e figlia della donna per la quale il re aveva ripudiato la moglie e rotto i rapporti con la chiesa cattolica. Molti cattolici rifiutarono di riconoscerla come regina e si dichiararono fedeli a Maria Stuarda, che consideravano la legittima erede. Quest’ultima sapeva bene che il miglior modo per arrivare al trono d’Inghilterra era avere un figlio maschio che potesse vantare diritti di successione al trono inglese dopo la morte di Elisabetta, che non si era sposata e non aveva intenzione di avere figli. Per questo motivo sposò suo cugino: in questo modo il figlio di entrambi sarebbe stato imparentato con i Tudor sia da parte di madre che di padre.

Nel 1566 nacque, al Castello di Edimburgo, il futuro Giacomo VI, figlio di Maria e Lord Darnley. Elisabetta d’Inghilterra, dal canto suo, non era affatto contenta di come si stavano mettendo le cose. Prima di tutto sua cugina, dopo aver rifiutato vari partiti che la Regina inglese le aveva proposto, aveva fatto un matrimonio che lei non approvava; adesso era nato un bambino che era stato battezzato nel Castello di Stirling su una tavola rotonda, come a renderlo il nuovo re Artù che avrebbe presto unito Scozia e Inghilterra; e per di più, poco dopo, Lord Darnley fu ucciso in un attentato a Edimburgo e Maria Stuarda fu accusata di complicità. Si vociferava, infatti, che Maria avesse preso in qualche modo parte nell’omicidio del marito per vendicarsi della morte del suo segretario, Davide Rizzio, che a sua volta era stato ucciso in un complotto al Palazzo di Holyrood davanti agli occhi della regina. A peggiorare le cose, dopo solo pochi mesi, Maria sposò il principale sospettato dell’omicidio, il conte di Bothwell, assolto solo grazie a un processo farsa.

La prigionia e la condanna

Giacomo VI
Giacomo VI

Alcuni dicono che in realtà Bothwell avesse rapito e violentato Maria per costringerla a sposarlo, mentre altre voci dicono che la regina fosse innamorata di lui, tanto che quando i nobili scozzesi complottarono per uccidere Bothwell, lei offrì la sua vita in cambio. Fatto sta che da quel momento cominciò per Maria una vita tra fuga e prigionia. Fu rinchiusa nel Castello di Loch Leven e costretta ad abdicare in favore del figlio Giacomo. Fuggì allora in Inghilterra, sperando nell’aiuto della cugina con la quale nel mentre aveva cercato di riappacificarsi, ma ancora una volta fu imprigionata.

Mentre Maria era prigioniera in Inghilterra, Giacomo fu battezzato dallo stesso John Knox ed educato alla fede protestante dal predicatore Buchanan che tentò di mettere in chiaro i limiti della autorità del sovrano, che non avrebbe mai avuto il potere assoluto. La Chiesa di Scozia non voleva perdere il suo potere. Ma Giacomo recepì il messaggio fin troppo bene e una volta sul trono dichiarò gli insegnamenti di Buchanan illegali.

Nel frattempo per Maria le cose si complicavano. Ci furono una serie di complotti dei nobili cattolici per uccidere la regina anglicana e mettere Maria Stuarda sul trono. Maria stessa fu accusata di aver partecipato a diversi di questi complotti finché alla fine non si trovarono le prove della sua partecipazione al complotto di Babington, un documento che portava la sua firma. Maria fu condannata a morte nonostante il tentativo di Giacomo di far convertire la pena all’esilio.

Il processo e la morte

Tumba de María Estuardo

Durante il processo Maria disse ai suoi accusatori: “guardate nelle vostre coscienze e ricordate che il teatro del mondo è più ampio del regno d’Inghilterra.” riferendosi al fatto che come regina straniera non era mai stata suddita degli Inglesi e quindi non poteva essere condannata per tradimento.

La regina trascorse le sue ultime ore pregando. Quando i suoi carnefici le chiesero perdono perché erano obbligati a ucciderla, lei rispose: “vi perdono con tutto il cuore perché spero voi mettiate fine a tutti i miei problemi”. Spogliata dei suoi vestiti, Maria rivelò una sottoveste di velluto rosso con corpetto di raso e un paio di maniche lunghe anch’esse rosse: il colore liturgico del martirio per la religione cattolica venne usato per dimostrare la sua innocenza. Le sue ultime parole furono: “Nelle tue mani Signore, affido il mio spirito.”

Eredità di una regina

Per la sua vita rocambolesca, Maria Stuarda entrò a far parte dell’immaginario romantico e più di un autore di fama internazionale trasformò la sua vita in letteratura. Maria Stuarda è infatti il titolo di un romanzo di Alexandre Dumas, di un’opera lirica di Gaetano Donizetti e di un’opera di teatro di Frederich Schiller. Anche il cinematografo ne ha tratto ispirazione, infatti esistono due film su Maria Stuarda, entrambi intitolati Mary Queen of Scots, usciti nel 1971 e nel 2013, e ultimamente è stata anche creata una serie TV, chiamata Reign.

Se però siete interessati a visitare i luoghi in cui visse questa importante Regina, noi di Scozia Tour non possiamo fare altro che consigliarvi alcuni dei nostri tour che vi permetteranno di saperne di più su questa storia affascinante. Nel tour a Stirling, distilleria e St. Andrew potrete esplorare il Castello di Stirling, dove Maria ha passato la sua infanzia, mentre nel tour a Loch Ness e le Highlands passerete dal palazzo di Linlithgow e da Loch Leven e le nostre guide vi racconteranno i dettagli della sua vita. A Edimburgo, invece, c’è la possibilità di partecipare alle visite guidate al Castello di Edimburgo o al Palazzo di Holyrood, luoghi di potere durante il suo regno scozzese.

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