Una passeggiata per uno dei cimiteri di Edimburgo più ricchi di storia, paura e terrore
Nell’immaginario comune la Scozia è terra di misticismo, paura, spiriti e fantasmi. Il collegamento non è causale: la relazione è viscerale e la quantità di cimiteri nella capitale scozzese lo dimostra. Per gli appassionati del tema, abbiamo già parlato dei Cimiteri della capitale Scozzese in un post che non potete assolutamente perdervi. Tra questi spicca il cimitero di Greyfriars, impareggiabile per bellezza e ricchezza di storia e leggende, al punto da meritare un post a parte! Di seguito faremo una passeggiata per questo angolo di Edimburgo, nascosto dietro la piazza di Grassmarket, nel centro della città. In realtà, siamo in un luogo che è il centro di molto altro…
Questo cimitero è speciale perché ha una doppia identità. Provate a visitarlo di giorno e poi di sera, e vi accorgerete che sembra di attraversare due posti completamente diversi, conoscendone la storia, ovviamente.
Giardino di giorno…
Durante le ore di luce, il cimitero di Greyfriars è un bellissimo giardino delle anime. Le lapidi secolari, ricoperte di muschio, sono inserite in una cornice fatta di erba verdissima, alberi e vialetti. Il posto diventa un parco dove poter passeggiare, mangiare nella pausa pranzo, leggere e vivere un momento di pace. E non importa se piove o c’è il sole: lo scenario è sorprendente, sempre! Uno dei modi migliori per goderne è partecipare al nostro tour a piedi per la città di Edimburgo, dove le nostre guide esperte vi accompagneranno per le close più segrete per rivelarvi misteri ancora più segreti!
Il nome del cimitero deriva direttamente da quello dell’ordine monastico dei francescani a cui apparteneva: Greyfriars vuol dire letteralmente “frati grigi”. La comunità francescana di Edimburgo fu sciolta a metà del XVI secolo, lo stesso periodo in cui venne costruita la chiesa che si erge tra queste tombe. Si pensò di fare lì un nuovo cimitero perché il camposanto della chiesa di San Egidio (Saint Giles nota come la Cattedrale di Edimburgo) era ormai pieno e non c’era più spazio per seppellire nemmeno un altro corpo in tutta la città. Questo cimitero è un esempio di quelli che vengono chiamati “graveyard” e non “cemetery” dato che le tombe si costruirono attorno ad una chiesa (in scot “Kirk”). Le prime tombe che vi si trovano risalgono al XVI secolo, mentre le più recenti sono del XIX e custodiscono, tra gli altri, i corpi di molti personaggi famosi che hanno vissuto in città in questo lasso di tempo, tra i quali James Hutton, l’architetto J. Craig e il famoso cagnolino Bobby.
Soprattutto quest’ultimo è diventato una vera e propria mascotte di Edimburgo. Bobby era un piccolo Skye Terrier che quando il suo padrone morì rimase a fare la guardia alla sua tomba e non si mosse di lì per ben 14 anni. A quanto pare, il cane si allontanava solo per andare a mangiare al bar che si trovava all’entrata, che oggi porta il suo nome. Questa storia commosse tanto gli abitanti della città che, in un’epoca in cui alla morte del padrone veniva ucciso anche l’animale, non solo salvarono la vita di Bobby, ma lo nominarono cittadino di Edimburgo perché potesse essere seppellito nello stesso cimitero, accanto al suo padrone. Oggi, infatti, è possibile vedere la tomba di “Greyfriars Bobby” (come lo si conosce) proprio accanto all’entrata del cimitero. Non è difficile individuarla grazie alla quantità di regali lasciati dai visitatori, soprattutto peluche e bastoncini “per farlo giocare”.
Ma uno sguardo al di là del nostro naso ci fa scoprire che siamo in un luogo incantato. Lo scorcio dei palazzi della Old Town, costruiti a ridosso l’uno dell’altro, il famoso dislivello architettonico di Edimburgo, il castello arroccato, le guglie che spuntano dovunque si poggino gli occhi… siamo entrati in una fiaba! Non ci stupirà quindi scoprire che J. K. Rowling, la scrittrice di “Harry Potter”, amava passeggiare per questo cimitero, prendendo ispirazione da luoghi, paesaggi, atmosfera e nomi incisi sulle lapidi. Tutto filtrato dalla sua potente capacità creativa, in un mix che ci ha regalato un fenomeno letterario senza eguali.
E siamo sempre in un cimitero. Di giorno, appunto.
… Poltergeist di notte
La parola poltergeist proviene dal tedesco e vuol dire “spirito rumoroso” (geist, spirito, e poltern bussare). Un termine che da anni ormai accompagna la storia del cimitero di Greyfriars, collocandolo in un’atmosfera di terrore e sgomento. Per comprendere le origini della vicenda, bisogna fare un salto indietro nel tempo, alla metà del XVII secolo.
In questo periodo la Scozia era dilaniata da lotte religiose, cominciate quasi un secolo prima con la diffusione della dottrina protestante presbiteriana. La decisione del re Carlo I di introdurre la fede anglicana anche nel nord della Gran Bretagna fu affrontata con astio dai cittadini scozzesi. Gli attivisti religiosi presbiteriani firmarono il National Covenant (il patto nazionale della Scozia) proprio nella chiesa di Greyfriars, il 28 febbraio del 1638, da cui il nome covenanters, i Covenanti. Dopo la firma, i Covenanti si ribellarono contro il sovrano ed ottennero una temporanea vittoria. Ma la contentezza durò poco, perchè il nuovo sovrano, Carlo II, figlio del precedente, sconfisse i Covenanti a Bothwell Brig (1679): comincia da questo momento quello che gli storici conoscono come the killing time, una delle pagine più buie della storia della Scozia.
Dopo la battaglia, più di 1200 firmatari del patto furono incarcerati, torturati e condannati in un luogo che ancora oggi troviamo all’interno del cimitero, la “Covenanter’s Prison” (la prigione dei Covenanti). Una prigione a cielo aperto che, considerate le condizioni climatiche dell’inverno scozzese, era già di per sé un castigo considerevole. 250 di loro vennero deportati come schiavi in America, ma il naufragio dell’imbarcazione, al largo delle Isole Orcadi, provocò la morte di quasi tutti i passeggeri. Nel frattempo, i prigionieri in attesa di giurare fedeltà al re furono lasciati a combattere contro le intemperie e soprattutto contro le torture psicologiche attuate dai loro carcerieri: il trattamento era crudele e ad alta prova di resistenza. Molti furono successivamente impiccati a Grassmarket, ed a volte seppelliti proprio a Greyfriars. Nessuno di loro uscì vivo da quei cancelli.
A ordinare la strage dei presbiteriani fu il braccio destro del Re Carlo II, il giurista George Mackenzie, la cui attitudine spregiudicata e spietata gli valse il nome di Bloody Mackenzie (Mackenzie “il sanguinario”). La sua tomba, denominata The Black Mausoleum, il mausoleo nero, si erge scuro e freddo proprio a pochi passi dalla prigione, quasi a voler intimorire i ribelli anche dopo la morte.
Attualmente nel cimitero di Greyfriars si può passare davanti alla prigione dei covenanters. Un luogo che ha accumulato negli anni così tanta sofferenza, morte violenta e ingiusta da diventare uno dei siti più famosi al mondo per attività paranormali. Queste attività vantano una lunga tradizione in questo cimitero, ma è solo a partire dagli anni ’90 che si è assistito ad un aumento vertiginoso del fenomeno, che ha attirato l’attenzione e la curiosità di molti.
Pare che una sera un vagabondo entrò nel poco accogliente mausoleo per riparsi dal freddo, in cerca di un riparo o forse di una vendetta per i covenanters. Fatto sta che si ritrovò improvvisamente nella cripta sottostante, tra un mucchio di ossa ammuffite. Scappò via a gambe levate. Dopo qualche giorno una donna testimoniò di essere stata spinta all’indietro da una folata di vento gelido, dopo essersi affacciata tra le fessure del mausoleo. In quei giorni circa venti persone ammisero di essere state attaccate da forze invisibili e inspiegabili. Il comune della città decise di chiudere prigioni e mausoleo, consentendo l’accesso nel 1999 soltanto a J. Henderson, uno studioso di fenomeni paranormali.
Tra il 1990 e il 2006 sono stati segnalati circa quattrocento fenomeni tra cui percezione di punti caldi e punti freddi, rumori nel sottosuolo, ringhia. Persone che sentono sbalzi emotivi fortissimi, scoppiano in lacrime, svengono o avvertono sensazioni di nausea. Insomma, il poltergeist di Mackenzie è tra noi. Nel 2000 il reverendo Colin Grant fu chiamato ad esorcizzare la zona, ma ammise che nel luogo c’erano energie troppo potenti e che temeva per la sua stessa vita. Morì dopo poche settimane per un infarto. Qualche tempo dopo un nuovo tentativo di esorcismo fallì.
Il cimitero di Greyfriars continua ad accumulare interesse e terrore. Anche i più scettici si ricrederanno, dopo aver conosciuto la storia che ha segnato per sempre questa zona. Del resto, non risulterà nemmeno così impossibile immaginare che di notte i fantasmi dei covenanters, dannati e straziati da tanto dolore, sbuchino fuori e oltrepassino la soglia della prigione per andare a vendicare la propria morte e prendere d’assalto il black mausoleum. E non sarebbe nemmeno così impensabile che, nella spettrale colluttazione, un graffio e un taglietto coinvolgesse qualche passante notturno e curioso! Del resto, come diceva R. L. Stevenson: “Only a few inches separate the living from the dead” (“solo pochi passi separano i vivi dai morti”).
Se siete appassionati di storie di terrore e fantasmi, avrete già capito di essere nel posto giusto. Edimburgo nasconde tante altre storie e leggende con personaggi misteriosi, che le nostre guide italiane saranno orgogliose di raccontavi nel nostro avvincente tour dei fantasmi della città di Edimburgo!
E se vi è piaciuto questo articolo, probabilmente gradirete continuare la lettura su quali chiese e quali monumenti visitare nella città vecchia di Edimburgo.
Truly, deeply, scarily fascinating ! ! !
Veramente bellissimo! Mi piacerebbe tantissimo andarlo a visitare!!!
UUUUUUH HO PAURA DEI FANTASMI,MA LI AMO